«C’è sempre qualcosa da imparare dal lavoro di agente immobiliare». A dirlo Stefano Rapisarda, co-founder presso Immobiliare 80 Milano, dopo aver fatto parte dei franchising più importanti nell’ambito della mediazione, maturando un’esperienza di quasi vent’anni nella compagine del Real estate.
Come sono cambiate le richieste dei clienti alla luce della pandemia?
«Durante la pandemia e soprattutto durante il primo lockdown, obbligate a rimanere tra le mura del proprio appartamento, le persone hanno cambiato le proprie abitudini ma anche il modo di vivere la propria casa. Abbiamo registrato, infatti, un rallentamento nella compravendita di immobili senza spazi esterni e dalle metrature piccole (monolocali e bilocali). Di contro, c’è stata un’impennata di richieste per abitazioni molto più grandi, provviste di spazi esterni, per lo più terrazzi e giardini».
Quali sono le zone di Milano rivalutate negli ultimi tempi?
«Indubbiamente Fondazione Prada è l’area di Milano che ha subito una netta rivalutazione negli ultimi anni. Oltre a questa zona, a breve, il villaggio olimpico, situato a pochissimi passi da Fondazione Prada, conquisterà la stessa buona sorte. Infatti, in vista delle Olimpiadi Milano/Cortina programmate per il 2026, la città si sta preparando al meglio per affrontare questa enorme opportunità. Protagonista sarà, dunque, la zona Scalo di Porta Romana che include anche un’ampia fetta della zona Corvetto».
L’intermediazione dell’agenzia sgrava il cliente dal gestire in prima persona alcuni passaggi burocratici: quali?
«La burocrazia viaggia a ritmi lenti e, con la pandemia, i tempi utili per reperire la documentazione necessaria per vendere casa sono ulteriormente rallentati. Il supporto dell’agenzia immobiliare è fondamentale, in quanto riesce a risolve in tempi brevi problematiche che altrimenti impegnerebbero le giornate del cliente. Per dare un servizio sempre più efficiente, Immobiliare 80 Milano negli anni ha stretto partnership con i migliori studi tecnici della città. Grazie a un team consolidato, composto anche da notai e avvocati, riesce a risolvere i vari “intoppi” con tempistiche notevolmente ridotte».
Nuda proprietà: come funziona? Conviene davvero? A cosa bisogna stare attenti?
«La nuda proprietà è un investimento a lungo termine che genera un’ottima rendita futura. L’età del o dei venditori aumenta o diminuisce la relativa redditività. Ricordo che all’usufruttuario è consentita la possibilità di locare l’immobile godendo degli introiti economici. Per questo è sempre bene verificare la solvibilità dell’inquilino e farsi rilasciare delle solide garanzie. Il nudo proprietario un domani sarà costretto a rapportarsi con quest’ultimo, il quale, alla morte dell’usufruttuario, dovrà liberare il prima possibile l’appartamento».
Quali sono gli aspetti che le piacciono di più di questo lavoro e perché?
«Negli anni ho imparato che la nostra professione ha sempre qualcosa da insegnare. Ci sono vari aspetti che solo con l’esperienza e tanta voglia di imparare si riescono ad acquisire. Come dire, non ci si annoia mai. Quando facevo il funzionario, ricordo la soddisfazione nello scovare, dopo estenuanti ricerche, il proprietario “introvabile”. Un’emozione lavorativa che ritrovo anche nella professione di agente immobiliare. Oggi la gratificazione maggiore la ho dalle parole dei clienti soddisfatti e questa è la migliore gratificazione che supera anche quella economica».
Conviene scegliersi una nicchia di mercato in cui operare, e specializzarsi in quella, oppure agire ad ampio raggio?
«Ho sempre pensato che il saper far tutto in realtà porta con sè un po’ di lacune. Penso che per avere successo in questo lavoro sia importante fare “squadra”, lasciare che ognuno abbia un suo ruolo e le proprie competenze valorizzate al meglio. Il nostro team ci permette di variare in molti settori della nostra professione, fatto salvo per le attività commerciali. In quest’ultimo caso, consiglio di affidarsi a uno studio che tratta principalmente questo ramo: meglio rifiutare un potenziale guadagno che operare senza le giuste competenze».
Qual è oggi secondo lei lo strumento di marketing più efficace in questo settore?
«Indubbiamente la tecnologia e l’evoluzione. E anche per questo ramo, abbiamo deciso di affidarci a una social media manager».
Come si fa a entrare in empatia con i clienti?
«Conquistare la loro fiducia non è semplice: ci vuole molto per ottenerla e una frazione di secondo per perderla. Le persone che decidono di affidarsi alla mia società lo fanno perchè percepiscono la preparazione, l’affidabilità, la solidità e la concretezza. Alla fine, non servono tante belle parole ma occorre solo lavorare sodo e dimostrare professionalità sul campo».